I delta
Generale Delta Varco PVI CCI

I delta

Ramus, Nespor & Mehler (1999) sono stati i primi autori a proporre dei correlati acustici del ritmo basandosi sulle ipotesi avanzate da Dauer (1984) e su alcune teorie di percezione del parlato da parte dei bambini (v. Mehler et alii, 1999). In particolare hanno calcolato ΔV (la deviazione standard degli intervalli vocalici), ΔC (la deviazione standard degli intervalli intervocalici, cioè consonantici) e %V (la percentuale vocalica) su un campione di 8 lingue. I risultati del loro esperimento hanno confermato le loro aspettative, ovvero che le lingue cosiddette isosillabiche presentassero dei valori più bassi di ΔV e ΔC rispetto alle lingue cosiddette isoaccentuali; ciò sembrerebbe dimostrare che queste ultime presentano intervalli vocalici e consonantici di durata più variabile rispetto alle prime. Inoltre, sempre confermemente alle attese, le lingue isosillabiche hanno dato valori più alti di %V dati dalla mancanza di gruppi consonantici complessi.

Al Laboratorio di Fonetica Sperimentale di Torino abbiamo provato a calcolare questi stessi parametri su un campione di lingue più vasto e riportiamo nei grafici a fianco i risultati. Precisiamo che sono stati utilizzati campioni di parlato letto della storia Il vento di tramontana e il sole nelle varie lingue e che i materiali (in parte presi dall'archivio sonoro dell'IPA, in parte registrati nella camera silente del Laboratorio) sono stati accuratamente segmentati e annotati indipendentemente da Antonio Romano e Paolo Mairano; i risultati presentano la media dei valori ottenuti dai due autori e ogni punto corrisponde a un solo parlante (ad eccezione dell'islandese, 10 parlanti - la barra indica le deviazione standard tra i diversi parlanti). I correlati sono stati calcolati con Correlatore, con cui sono anche stati costruiti i grafici.

Discussioni dettagliate dei risultati si trovano nelle nostre pubblicazioni in bibliografia. Si può tuttavia notare che le lingue tradizionalmente considerate isosillabiche (italiano, francese, spagnolo, ...) si collocano generalmente in basso a destra nel primo grafico (quindi con alto %V e basso ΔC) e in basso a sinistra nel secondo grafico (quindi con bassi ΔC e ΔV), mentre le lingue tradizionalmente considerate isoaccentuali (inglese, tedesco, ...) si collocano in linea di massima in alto a sinistra nel primo grafico (quindi con basso %V e alto ΔC) e in alto a destra nel secondo grafico (quindi con alti ΔC e ΔV).

Bibliografia essenziale